La Teatroterapia

Recitare la parte di un personaggio diverso dal proprio, aiuta a migliorare la propria vita

La teatroterapia è un percorso conoscitivo ed evolutivo per capire la poliedricità della personalità, attraverso l’improvvisazione dello spettacolo teatrale. Il testo è solamente un elemento del teatro. La psicologia teatrale identifica i processi di individuazione dell’attore in fase di rappresentazione, per meglio comprendere il mistero della personalità e delle relazioni tra mente e corpo. Per Jung noi non dobbiamo sbarazzarci di una nevrosi ma fare esperienza di essa, esserle riconoscente in quanto ci permette di apprendere chi siamo in realtà: essa ci guarisce non siamo noi a guarirla. La sofferenza, la paura, la rabbia nelle nevrosi sono stati d’animo che drammatizzati ci permettono di rendere attuale la nostra nevrosi e renderla spontanea; dare spazio quindi a l’Io negato. Il teatro d’improvvisazione ha un carattere terapeutico attraverso la creazione di una “gestalt” nuova. Attraverso la rappresentazione teatrale si abbandona la rigidità di schemi mentali per una maggiore fluidità. In Pirandello nella rappresentazione “Ciascuno a suo modo” un personaggio recita “E non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto gli altri dentro di te?”. Gli altri rispecchiandosi in noi, definiscono la nostra identità. Attraverso il teatro la persona frantuma la propria maschera, per liberare il linguaggio del corpo ed improvvisare con creatività più personaggi interpretando una nuova identità. Come affermava Confucio “colui che vuole essere costantemente felice deve cambiare spesso”. La ricerca teatrale si inspira ai grandi maestri del ‘900: Mejerchol’d, Stanislavskij e Grotowski, che hanno tramandato la tecnica per arrivare al sé. L’ipotesi di nascita del teatro considera esso come derivazione dal rito, in particolare il rito di iniziazione che si effettuava nei villaggi primitivi dove i giovani venivano sottoposti a prove di coraggio per essere trasformati “da giovani in adulti”. Nella civiltà greca , avviene il passaggio dal rito al teatro vero e proprio, che diventa strumento di diffusione della cultura. Il teatro del medioevo ha il suo fulcro, nelle feste annuali e stagionali a cui partecipa tutta la società. Con l’ottocento trionfa in tutto il mondo il melodramma , in cui l’attore diventa interprete di verità. Mejerchol’d inventò esercizi specifici per trovare l’unità psicofisica e fondava il suo lavoro sulla formazione esteriore. Stanislanskij rivoluzionò il teatro del novecento e pose come oggetto centrale la verità in scena, ricorrendo al ricordo ed alle azioni fisiche; al centro delle rappresentazioni c’è l’attore che prova a vivere e non a rappresentare il proprio personaggio. Con Grotowski inizia il “Teatro laboratorio” che risente della tecnica psicoanalitica delle associazioni libere. Grotowski applica al teatro il training autogeno, gli esercizi plastici di “Delserte” e l’hatha yoga e sviluppa la tecnica dell’improvvisazione supportata dal training fisico che serve ad eliminare i blocchi muscolari che impediscono la reazione libera e creativa; i suoi esercizi vengono integrati dal lavoro sulla voce e sul respiro.

Per i grandi maestri quali Grotowski ed Eugenio Barba, il teatro è un mezzo per l’esplorazione di se stessi; attraverso tecniche psicofisiche porta ad un lavoro di scavo interiore; per Barba l’attore usa il personaggio per raggiungere gli strati nascosti della sua personalità e disfarsi da quanto più lo ferisce. Il teatro della Spontaneità e creatività, sviluppato da Moreno, medico e psicoterapeuta, a partire dal 1921, si identifica con lo Psicodramma, che prevede una “cura attraverso l’azione simulata”. Dal Teatro della Spontaneità di Moreno, nasceranno nuove teorie Psicologiche che avranno una forte influenza in altre terapie di gruppo. La teatro terapia, inserita nel contesto più ampio delle Arti-Terapie, rappresenta un mezzo di comunicazione con l’inconscio ed un modo di fare in maniera efficace psicoterapia, là dove il paziente ha difficoltà di comunicazione: i concetti freudiani che trovano applicazione sono quelli di “abreazione” cioè scarica emozionale con cui una persona si libera delle tensioni legate ai ricordi traumatici che vengono “esorcizzati”, e quello del “metodo catartico” cioè rivivere aspetti traumatici del passato dando vita all’abreazione. La teatroterapia, quindi in quanto arteterapia, si può definire come terapia di gruppo a mediazione corporea che unisce il teatro che ha finalità estetiche con la terapia che ha finalità di crescita personale, sugli aspetti patologici come le nevrosi (ansia, depressione, paure). Il nevrotico non ha controllo sul corpo, con la teatroterapia attraverso il movimento, la presenza scenica, la voce si aiuta la persona a prendersi cura di sé e ad avere più controllo del proprio corpo. Nei bambini mette in contatto col proprio corpo, aumentando l’identità corporea e rafforzando il proprio Io. Il bambino picchiato, sgridato, criticato ha un’identità corporea debole; far riprendere fiducia al proprio corpo che parla ,che vede lo spazio, che è in relazione con altri corpi, già crea una base di sanità e sviluppa una aspetto sano e di fiducia con se stesso; I corsi di formazione sono rivolti ad insegnanti, educatori, psicologi, operatori psicosociosanitari ed a tutti coloro che si propongono un itinerario di riflessione intorno all’essere umano attraverso lo spazio del teatro.

Enzo Califano

Leave your comment